Pensiero Killer (un racconto breve)
Kirk si alzò dal letto, si diresse alla finestra e l’aprì, inspirò
profondamente, si tolse l’accappatoio ed uscì nudo sul terrazzo
dell’attico del suo appartamento al quindicesimo piano di una città che
gli era familiare come il Tibet.
Si guardò attorno, le luci
della notte stavano lasciando il posto alla luce del giorno che a fatica
si faceva strada tra l’inquinamento. Come ogni mattina fece la sua
mezz’ora di ginnastica e di yoga prima della doccia che l’avrebbe
riconciliato con quel mondo che gli era estraneo.
Poggiò la
tazza del caffè vicino al PC e cominciò a scrivere sulla tastiera una
serie di sigle che gli permisero di entrare nel server del computer che
utilizzava come casella postale segreta, si mise a leggere tutte le
email arrivate negli ultimi giorni fino alle più urgenti a cui prestò
maggior attenzione e a cui decise di dare la precedenza.
Era
fortunato, poteva fare il suo lavoro comodamente da casa e scegliere
quello che gli avrebbe fruttato maggior guadagno con poco impegno.
Nessuno lo conosceva e questo era un vantaggio per lui. Usciva dal suo
attico due o tre volte all’anno e solo se ne aveva voglia. Internet era
una bella invenzione, tutto quello di cui aveva bisogno lo ordinava e
gli veniva recapitato a casa. Abitava lì da circa dieci anni e nessuno
l’aveva mai visto, era una struttura abitativa in cui vivevano più di
300 persone, tutte indifferenti alla curiosità. Nessuno doveva invadere
la sua privacy, neppure la donna che veniva a tenergli pulito
l’appartamento due volte alla settimana, quando arrivava lui si spostava
in un’altra stanza fino a quando non andava via.
Si mise a
studiare i due casi per capire come svolgerli al meglio e dopo un
accurato esame decise che quello del signor X dovesse avere la
precedenza. Doveva essere risolto entro un’ora altrimenti..............
sospirò! Tutti lo cercavano quando ormai il tempo stringeva, mai nessuno
che si preoccupasse di contattarlo in tempo. Questo era l’unico
handicap del suo lavoro.
Un giorno, di circa undici anni fa,
scoprì di avere delle particolari capacità di comunicare con il
pensiero. Quel giorno, il suo datore di lavoro l’aveva trattato male
davanti ai suoi colleghi e questo lo fece arrabbiare in una maniera che
non gli era mai successo prima. Lo fissava con odio e lo immaginava
soffocato dalle sue parole; davanti a tutti morì soffocato mentre urlava
e imprecava. La polizia non capiva come fosse successo e nessuno
sospettò di lui. Anche Kirk non capì subito che era stato lui l’artefice
di quella morte improvvisa.
...
.... il seguito nel link
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