Recensione... Vorrei dirti

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Ringrazio Irma Loredana Galgano per la bella recensione che ha fatto del mio libro sul  Blog LuciaLibri, sul suo personale blog e social.

Grazie e buona lettura...

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Le emozioni disegnano il paesaggio della nostra vita spirituale e sociale.1 In esse è racchiuso un profondo significato, che affida alla dimensione sensibile un importante ruolo nelle esperienze di ogni individuo. A ogni emozione sono associate modificazioni fisiologiche, cognitive e/o motorie. Mentre le emozioni possono essere temporaneamente circoscritte, i sentimenti sono disposizioni d’animo relativamente stabili. Sono rappresentazioni mentali dei cambiamenti fisiologici che caratterizzano le emozioni. Sia le emozioni che i sentimenti hanno un impatto significativo sul comportamento, sono interdipendenti tra loro, possono essere copresenti e possono influenzare il modo in cui interagiamo con gli altri.2

Uno dei rapporti che maggiormente risente dei sentimenti e delle emozioni è quello tra genitori e figli. Già dal mito, l’immagine del rapporto padri/figli è stato delineato nella sua costitutiva conflittualità: connesso com’è, per un lato, al possesso e, per un altro, alla ribellione, al distacco, al rifiuto. La cultura occidentale porta di tale conflitto i segni e appare come un luogo di espressioneoggettivazionericonoscimento di tale conflitto e radicale e originario. Conflitto che non esclude l’amore, il legame affettivo, ma che viene vissuto e rappresentato, in letteratura, come un vincolo, un problema, una situazione drammatica.

Le lettere di Giacomo Leopardi al padre, pur amato, pur suo maestro-interlocutore, pur sempre ricercato, testimoniano di un rapporto carico di risentimenti, di rimproveri, di accuse rivolte al “Monarca delle Indie”, autoritario, insensibile, di fatto lontano. La Lettera al padre di Franz Kafka è una requisitoria limpida e atroce, un’accusa senza affetto, un distacco radicale testimoniato da uno scritto sofferto e implacabile.

Anche Diva, la protagonista del libro di Buoso, affida a una lettera la confessione dei dettagli del conflittuale rapporto con il padre, le emozioni, i sentimenti e le speranze. E sarà proprio dal mancato recapito della missiva che subentra nel libro l’aspetto noir-investigativo. 

Il libro di Buoso è narrativa ma il mistero appartiene o è appartenuto anche alla sfera della poesia. La grande poesia di Giovanni Pascoli, per esempio, è quella del mistero. Il mistero di Pascoli è come l’inconoscibile di Spencer: l’esistenza di una realtà assoluta che non si può mai conoscere perché supera l’umano intendimento. Egli ha vissuto intensamente lo stato d’animo, la realtà spirituale in cui la vita, la natura e la storia erano viste come diversi aspetti dell’universale e vano mistero. La prima origine della visione misteriosa dell’universo, così propria di Pascoli, a prescindere dal particolare temperamento psicologico del poeta, va ricercata in un tragico evento familiare: l’assassinio del padre.4 Diva non sa cosa sia affettivamente accaduto a suo padre quando inizia la ricerca ma su un punto si dimostra fin da subito intransigente: vuole scoprire tutta la verità.

Hegel sosteneva che la verità è soggettiva e con ciò negava l’ipotesi che esistesse una qualche verità al di sopra e al di fuori della ragione umana. Per Heidegger, che insisteva sul senso etimologico della parola che in greco significa verità (alétheia: alla lettera, “non nascondimento”), essa consiste in una sorta di autorivelazione dell’Essere, che tuttavia non è mai completa.5 Per la Buoso le verità sono sempre due e spesso non coincidono. Ecco la ragione del suo indagare: raggiungere e scoprire la verità finale.

Secondo Panikkar, la verità è un’esperienza profonda che abbraccia molteplici dimensioni, andando oltre la comprensione limitata di una verità oggettiva o soggettiva. È un’esperienza che coinvolge l’intero essere umano, includendo le dimensioni cognitiva, emotiva, spirituale e relazionale, è un processo di incontro e relazione tra l’individuo, gli altri, il mondo e il trascendente. La verità, quindi, è intrinsecamente legata alla dimensione dell’incertezza e del mistero e accettarlo è essenziale per abbracciare la verità in tutta la sua complessità.

La lettera non recapitata è l’input necessario a Diva per iniziare la ricerca fisica del padre. Il momento in cui scrive la lettera è l’inizio di una ricerca più intima, che riguarda sempre loro due ma in maniera differente. Il loro rapporto si è interrotto allorquando ella ha rifiutato un matrimonio combinato. Non si vedono da tempo tempo eppure Diva continua a credere che il legame che li unisce è l’amore. Diverso da quello tra uomo e donna ma pur sempre amore. 

Se l’ordine sociale, fondato sull’organizzazione esogamica della famiglia, allontana e cela la trasgressione reale e simbolica, la letteratura, al contrario, per quanto espressione per eccellenza della cultura, dà tuttavia voce alla natura, liberando le pulsioni umane e mostrando anche le arcaiche, misteriosi radici dell’arte. Ciò che è un fatto di natura e un valore: essere donna, viene trasformato in cultura con valenze complesse e, storicamente, negative. Principalmente, dallo statuto culturale di figlia del padre consegue la privazione di quello naturale di donna e delle sue prerogative sessuali e riproduttive. Ma la storia della letteratura dimostra che, in cambio e con conseguenze che sfuggono al controllo dell’ordine patriarcale e, ovviamente, ricadono in quello simbolico la figlia può avere voce e penna che la immettono nella dimensione del logo e le consentono di proclamare diritti che non attengono solo al discorso razionale maschile e sedicente universale.7

Maria Cristina Buoso in Vorrei dirti ha scritto una storia nella quale la protagonista Diva ha trovato voce prima e pennapoi e, insieme a queste, il coraggio non solo di cercare la o le verità ma, soprattutto, di vivere.

https://irmaloredanagalgano.it/2025/02/17/5627/ 

https://www.lucialibri.it/2025/02/17/maria-cristina-buoso-padre/ 




 

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