Meravigliosa Italia: Visitando Villa Morosini con Maria Cristina Buoso di Maria Teresa De Donato
Villa Morosini
Meravigliosa Italia: Visitando Villa Morosini con Maria Cristina Buoso
di Maria Teresa De Donato
Il nostro viaggio nella Meravigliosa Italia con la nostra cara amica Maria Cristina, Autrice e Blogger continua con altre perle preziose della sua Regione: il Veneto.
Auguro a voi tutti una buona lettura!
MTDD: Ciao Maria Cristina e bentornata in questo mio Salotto Culturale Virtuale.
MCB: Grazie a te, Maria Teresa, per l’invito. È sempre un piacere essere tua ospite.
MTDD: Maria Cristina, dopo aver conosciuto piuttosto bene la tua città, Rovigo, siamo passati ad esaminare altre aree e attrattive turistiche della tua regine.
Oggi continuiamo con il tour delle Ville?
MCB: Sì. Oggi vorrei presentarvi, infatti, Villa Morosini.
MTDD: Benissimo! Cosa puoi dirci di questa Villa e perché vale la pena, a tuo avviso, andarla a visitare?
MCB: Villa Morosini, chiamata anche Ca’ Morosini, si trova a circa un chilometro dal centro di Polesella, in provincia di Rovigo lungo l’argine sinistro del fiume Po ed è una delle più importanti e belle ville del Polesine. È stata costruita nel Seicento e ristrutturata nel 1700. Fu commissionata da Pietro Morosini e in seguito è diventata la residenza estiva del figlio, il Doge di Venezia Francesco Morosini detto il Peloponnesiaco. Il progetto di costruzione è attribuito all’architetto Vincenzo Scamozzi.
MTDD: Quali sono le sue caratteristiche architettoniche più notevoli?
MCB: Nella facciata questa Villa integra elementi tipici dell’architettura neoclassica, pronao con frontone, a quelli dell‘architettura barocca, frontone e fastigio.
L’ampia scalinata in origine era sul fiume Po e costituiva un collegamento diretto con Venezia. I successivi innalzamenti dell’argine, per proteggere la pianura dalle inondazioni del fiume, hanno cambiato la prospettiva della villa che oggi sembra nascosta parzialmente dall’argine.
Dopo un accurato restauro Villa Morosini è diventata una sede permanente di un’importante quadreria e ci sono spesso eventi culturali anche a livello nazionale.
È possibile ammirare l’originale “salottino” dove Peggy Guggenheim si intratteneva insieme ai più celebri artisti veneziani del tempo. Inoltre possiamo trovare le opere del rodigino Mario Cavaglieri e ammirare la suggestiva sala degli stucchi.
MTDD: Molto interessante. Grazie, Maria Cristina, per tutte le tue ricerche e pe rle informazioni che provvedi al nostro pubblico di lettori e lettrici.
MCB: Grazie a te. È sempre un piacere. Chi lo desiderasse può trovare ulteriori informazioni sui seguenti siti web:
https://www.giornatavillevenete.it/villa-morosini-il-tesoro-lungo-il-fiume/
https://it.wikipedia.org/wiki/Villa_Morosini_(Polesella)
MTDD: Concludiamo anche oggi con una tua squisita ricetta locale? E se sì, con quale?
MCB: Certamente! Oggi vi propongo le Frittelle di Carnevale veneziane.
Ricetta
Frittelle di Carnevale veneziane
Sono soffici hanno una pasta lievitata con pinoli e uvetta; è una ricetta antica e in dialetto si chiamano fritole. A casa mia i pinoli non si mettevano perché costavano e i soldi non c’erano, per cui solo uvetta.
La ricetta delle fritole è molto antica si pensa che risalga al Cinquecento quando Bartolomeo Scappi, cuoco personale di papa Pio V, ne scrisse la versione "ufficiale".
Fino alla fine dell'Ottocento queste frittelle venivano preparate da veri e propri professionisti riuniti in corporazione - i fritoleri - e vendute per strada o nelle botteghe che vendevano dolci e vino, le malvasie. Ormai ci sono diverse versioni ...
Ingredienti per 35-40 frittelle:
500 g di farina forte
25 g di lievito di birra fresco
150 g di latte tiepido
80 g di burro
2 uova grandi a temperatura ambiente
80 g di zucchero semolato
50 g di grappa (o vino bianco)
120 g di uvetta sultanina
100 g di pinoli (se non li volete usare va bene uguale)
1 bacca di vaniglia ( in alternativa anche estratto se non ne fate uso)
Sale, olio di arachidi per friggere, zucchero a velo per decorare
Preparazione
Sciogliere il lievito di birra in mezzo bicchiere di latte tiepido e versare in una terrina grande in cui aggiungete le uova leggermente battute, il burro fuso e freddo, il latte rimasto, la grappa, lo zucchero, i semini di vaniglia estratti dalla bacca e un pizzico di sale, farina.
Mescolate con una forchetta per fare amalgamare bene i vari ingredienti e poi vi aiuterete con le mani a lavorare il composto (in alternativa, se volete, usate la planetaria, io e mia madre li facevamo a mano); aggiungete poi pinoli, uvetta ammollata in acqua (io usavo il vino bianco perché non usavamo la grappa); strizzate e continuate a impastare a mano fin ad ottenere una bella palla lucida e omogenea; lasciatela riposare per la lievitazione in una ciotola coperta dalle 2 alle 4 ore. L'impasto dovrà essere raddoppiato.
Con un cucchiaio aiutatevi per formare dei pezzetti grandi poco più di una noce e friggeteli in abbondante olio a temperatura di 170°. Scolateli dall’olio e spolverate con zucchero a velo o semolato.
Buon appetito!
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